Nel mese di maggio in tutto il mondo si è evidenziato lo spinoso problema dell’osteoporosi: si è cercato di attirare l’attenzione su un argomento delicato che riguarda molto da vicino la salute del nostro organismo. Si sente parlare spesso di questa patologia ma non tutti sanno bene di cosa si tratti e i danni che eventualmente possa comportare, spesso sottovalutando un problema che è invece diffuso e rischioso; infatti, non tutti sanno di soffrirne, mentre altri lo scoprono solo casualmente, per esempio in occasione di una frattura, perdendo così il treno della prevenzione.
Proviamo dunque a vedere insieme che cos’è l’osteoporosi e cosa è importante sapere – e fare – per evitare problemi anche molto gravi.
COS’E’ L’OSTEOPOROSI?
L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da una bassa densità minerale, con particolare riferimento al calcio, ed al deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità e del rischio di fratture anche solo in conseguenza di piccole botte o cadute semplici. Le ossa particolarmente interessate da questa patologia sono la colonna vertebrale, il bacino, il femore, i polsi, l’omero e la caviglia.
L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE NELL’OSTEOPOROSI
Da uno studio Pilota condotto in Italia nell’area di Firenze, svolto in collaborazione dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Istat, dall’ARS della Toscana, è emerso che solo una donna su due affetta da osteoporosi sa di esserlo; e la stessa cosa vale per un uomo su cinque. In questa malattia invece svolge un ruolo fondamentale la prevenzione, che deve avvenire già dall’infanzia e continuare con attenzione durante l’adolescenza e la prima giovinezza, proprio perché lo scheletro si sviluppa rapidamente durante i primi anni di vita, raggiungendo le sue dimensioni e densità minerale massima intorno ai 35 anni di età. Da quel momento in poi deve essere nostra cura conservare propio quella densità minerale così determinante e vitale nelle nostre ossa che ci possa consentire uno scheletro robusto e forte, resistente ai traumi.
In occasione del mese di maggio il GIOSEG, gruppo di studio italiano che si dedica allo studio delle cause endocrinologiche dell’osteoporosi, aderisce alla dichiarazione congiunta dell’American Society for Bone Mineral Research, la National Osteoporosis Foundation e la National Bone Alliance – la Call for Action delle più importanti istituzioni scientifiche americane – nell’invito a una maggiore attenzione alla prevenzione dell’osteoporosi. Essa è fondamentale perché una volta in atto questa patologia può essere sì contenuta, ma non arginata del tutto; e a farne le spese è il nostro scheletro che può a quel punto incorrere in danni anche molto seri se non invalidanti. Tra l’altro secondo uno studio dal titolo Imminent Risk of Major Osteoporotic Fracture After Fracture presentato al World Congress on Osteoporosis, Osteoarthritis and Musculoskeletal Diseases tenutosi recentemente a Malaga, dopo la prima frattura il rischio di un secondo evento triplica entro un anno e raddoppia ulteriormente nel decennio successivo.
Le cause dell’osteoporosi che comportano la perdita di massa ossea e resistenza possono essere nutrizionali, metaboliche, patologiche o ambientali.
Secondo uno studio epidemiologico multicentrico nazionale chiamato Esopo in Italia il 23% delle donne di oltre quarant’anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni è affetto da osteoporosi. L’ OMS misura l’osteoporosi utilizzando il parametro T-Score, un valore che rappresenta la densità ossea del paziente espressa come numero di deviazioni standard al di sopra e al di sotto rispetto alla densità ossea di un soggetto giovane adulto di riferimento in uno stato di buona salute. Il rischio di frattura a qualsiasi età è determinato principalmente dalla massa scheletrica, legata al picco di densità di minerale osseo che ogni individuo ha accumulato nel corso della propria vita; inoltre deriva anche dalla successiva percentuale e durata di perdita ossea negli anni a seguire. Il livello di robustezza e resistenza del nostro scheletro dipende altresì dai fattori genetici ed ambientali di ciascuno tra cui il normale apporto di calcio con la dieta, un’attività fisica costante e la giusta esposizione alla luce solare per la maturazione della vitamina D.
COSA FARE PER LA SALUTE DELLE OSSA?
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Esercizio fisico: numerosi studi hanno dimostrato che chi svolge una regolare attività fisica aumenta i valori della densità minerale ossea in modo esponenzialmente maggiore rispetto a chi conduce una vita sedentaria; questo poiché le contrazioni muscolari e le sollecitazioni dei tendini sulle ossa ne stimolano il rimodellamento, ne rafforzano la struttura e rallentano dunque il processo di osteoporosi. Inoltre, lo sport aumenta la forza muscolare, stimola i riflessi ed acuisce il senso di equilibrio, riducendo di conseguenza il rischio di cadute e fratture osteoporotiche. Nel caso in cui si soffra di osteoporosi è bene sapere che non tutti gli sport sono adatti: lo yoga e lo stretching, per esempio, sebbene molto utili in altre situazioni, non producono però effetti positivi sulla densità ossea; dunque, bisogna prediligere un’attività fisica mirata al problema con esercizi indirizzati e finalizzati alla destrezza e al controllo motorio piuttosto che centrati sulla potenza.
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Seguire una dieta equilibrata per prevenire il sovrappeso e che contempli l’assunzione di fosforo, calcio e vitamina D: gli esperti consigliano di consumare alcuni elementi ed evitarne invece altri: è molto importante non far mai mancare sulla nostra tavola il latte e i suoi derivati per il loro alto contenuto di calcio, ma fondamentali sono anche il pesce, Per continuare la lettura dell’articolo clicca qui