Il momento storico che stiamo vivendo è indubbiamente difficile. Il nostro fisico e la nostra mente sono messi a dura prova dalle limitazioni individuali imposteci dall’emergenza sanitaria che ha colpito tutto il mondo. Ci troviamo peraltro nella stagione invernale che come sappiamo per le sue caratteristiche intrinseche – il clima rigido o la diminuzione delle ore di luce per esempio – ci costringe a trascorrere il nostro tempo per lo più in luoghi chiusi; e allora è proprio in questo periodo dell’anno che le ulteriori restrizioni alla nostra libertà d’azione incidono inevitabilmente sulla nostra salute psico-fisica. Vediamo dunque di porre l’attenzione su alcuni aiuti e soluzioni per far fronte a tutto ciò.

Il ruolo delle vitamine

Partiamo dalle vitamine, come sempre nostre fedelissime alleate!

Vitamina D

La vitamina D è la prima ad andare in carenza a seguito dell’impossibilità di poter trascorrere tanto tempo all’aria aperta. La luce solare, infatti, è la principale e più efficace sorgente di questo nutriente non a caso chiamato “Vitamina del Sole” poiché, attraverso di essa, possiamo sintetizzarla e renderla attiva. Purtroppo però uscendo poco abbiamo meno occasione di sfruttare questa fonte così preziosa per noi; inoltre d’inverno siamo giustamente coperti con indumenti che ci proteggano dal freddo, ma tutto ciò che interferisce con la penetrazione dei raggi solari UVB ne condiziona la sintesi, e dunque ecco che il nostro organismo non riesce a produrre quantità sufficienti di questa vitamina così indispensabile per noi. Un individuo adulto dovrebbe esporsi al sole almeno 20 – 30 minuti al giorno per produrne una buona dose.

Carenze di Vitamina D

In tutta Europa si registrano livelli decisamente bassi di Vitamina D negli individui; basti pensare che nella sola Italia questo valore carenziale riguarda addirittura l’80% della popolazione. I motivi di questo stato deficitario sono molteplici:
innanzitutto, siamo sempre più urbanizzati; dati statistici dicono che gli abitanti delle città trascorrono il 90% del loro tempo al chiuso;
inoltre, la vitamina D negli alimenti può contribuire solamente ad un 20% del suo apporto;
anche l’invecchiamento della popolazione contribuisce all’abbassamento del suddetto valore poiché gli anziani ne sono più carenti, così come le donne incinte, i neonati o gli obesi;
le latitudini elevate del nostro paese.

Non avere un buon serbatoio di vitamina D può essere un fattore responsabile di diabete, infarto, malattia di Alzheimer, fino ad arrivare addirittura a stati depressivi. La sua carenza può poi provocare l’osteomalacia: la struttura ossea risulta integra esternamente, ma in realtà all’interno delle ossa c’è un contenuto minerale insufficiente.

I sintomi che possono mettere in allarme sono: dolore alle ossa, alle articolazioni, ai muscoli, frattura ed ossa fragili. Inoltre, inadeguati livelli della vitamina D portano a scompensi del sistema immunitario poiché senza di essa le cellule deputate a sconfiggere gli agenti patogeni non riescono ad affrontare infezioni importanti.

Benefici della Vitamina D

Decisamente un ottimo contenitore di benessere!

Essa è infatti responsabile della salute delle ossa e dei muscoli, contribuisce all’aumento delle difese immunitarie, regola il calcio nel flusso sanguigno, contribuisce alla salute dei denti; è inoltre raccomandata dal Ministero della Salute per la prevenzione della osteoporosi e del rachitismo infantile: in età pediatrica infatti i medici prescrivono la vitamina D in integrazione alla dieta e all’esposizione solare del bambino così da garantire un’adeguata calcificazione delle ossa durante la crescita. Inoltre ultimamente si è anche discusso molto sull’efficacia della vitamina D in relazione al coronavirus, dato che essa sembrerebbe avere anche un’azione antivirale in grado di inibire l’ingresso di alcuni virus all’interno delle cellule. A tal proposito si è riscontrato che alcuni pazienti con un’evoluzione più grave della malattia avessero livelli di vitamina D molto bassi rispetto a soggetti con una prognosi migliore.

Cosa fare?

Cercare di trovare innanzitutto il modo di esporsi regolarmente alla luce del sole, preferibilmente tra le 10,00 e le 15,00 quando l’altezza dei raggi è maggiore; seguire una dieta ricca di alimenti contenenti tale vitamina, introdurre una giusta integrazione che nei casi di carenza aiuta a correggerne velocemente la concentrazione nell’ organismo.

A tavola:

Per cominciare, bisogna contribuire all’apporto di vitamina D attraverso la dieta. Gli alimenti seguenti ne sono i più ricchi:

  • funghi, anche secchi;
  • pesci grassi, come lo sgombro, Il tonno, il salmone;
  • burro;
  • verdure a foglia larga e scure, come la bietola e la cicoria;
  • formaggi grassi;
  • tuorlo d’uovo, meglio se di galline allevate all’aria aperta perché ne contengono livelli molto più alti;
  • carni rosse;
  • ma anche cereali, succo d’arancia o latticini in generale che ne contengono in forma minore, ma che contribuiscono comunque all’apporto giornaliero;
  • studi recenti hanno rilevato la presenza di vitamina D anche nel cacao e nel cioccolato.

Durante questi periodi di totale o parziale lockdown i pediatri consigliano di stare attenti alle carenze di vitamina D nei bambini, indispensabile per la salute dello scheletro; poiché questa “clausura” non aiuta, perché non cimentarsi in cucina proprio con l’aiuto dei nostri piccoli alla scoperta di prodotti artigianali e ricchi di salute? Possiamo infatti pensare di cucinare con i nostri figli raggiungendo un doppio obiettivo: sostituire le classiche merendine industriali notoriamente poco salutari con una merenda ricca di vitamina D; passare del tempo di qualità con i nostri figli in questo periodo in cui anche loro sono molto sacrificati.

Cucinare insieme comporta numerosi vantaggi emotivi: già di per sé toccare il cibo incrementa la manualità, i profumi ed i sapori. Inoltre, lo stimolo di approcciarsi a cose nuove e la creatività per l’elaborazione dell’idea conferiscono autostima. Stare in cucina riempie i cuori e fomenta il buonumore oltre alla collaborazione, il dialogo, l’impegno per arrivare al risultato; e attraverso il divertimento si educano i figli alle giuste e corrette abitudini alimentari.
Vedere poi un prodotto finito è creato da materie grezze attraverso le proprie mani produce fiducia in sé stessi e senso di gratificazione.

In America esistono veri e propri corsi di “cucina terapeutica” al fine di combattere stress e ansia: infatti la concentrazione ed il perseguimento dell’obiettivo allontanano dai problemi e creano consapevolezza di sé.

La ricetta

Ecco un suggerimento per una merenda gustosa e ricca di vitamina D:

Sole “D” (di) cioccolato:

Ingredienti:

3 uova
180 gr. di zucchero
150 gr. di burro
100 ml di latte
4 cucchiai di cacao amaro in polvere
4 cucchiai di gocce di cioccolato
250 g di farina 00
1 bustina di lievito in polvere per dolci

La preparazione di questo delizioso dolcetto è davvero facile e alla portata di tutti:

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