Oggi la comunicazione virtuale sembra aver preso il sopravvento su quella reale, del faccia a faccia, o quantomeno della voce. Preferiamo mandare un messaggino piuttosto che comporre un numero di telefono o spesso una mail, piuttosto che incontrarci di persona perché ciò ci consente di risparmiare tempo e a volte l’imbarazzo e la “pigrizia” di un incontro. Ormai si troncano anche relazioni tramite un semplice sms… un po’ triste in questo caso direi! E’ tutto più immediato, però va da sé che si perdono dei pezzi, soprattutto riguardanti l’interazione personale. Non a caso penso che in questo periodo chiunque di noi scambierebbe volentieri il proprio computer con un incontro diretto e reale. L’emozione che anche solo uno sguardo, o uno sfioramento di mano, per non parlare di un abbraccio possono trasmettere, non potrà mai essere sostituita neanche lontanamente da un qualsiasi contatto virtuale. Ad ogni modo tutti noi dobbiamo ritenerci fortunati di poter usare e sfruttare questo tipo di comunicazione e i vantaggi che essa può dare: penso per esempio alle rivoluzioni per l’ambiente o comunque a tutte le informazioni che arrivano con un semplice click dall’altro lato del mondo, alla possibilità di mantenere rapporti con persone lontane ed essere sempre tutti collegati; cronaca, cultura, tutto a portata di un tasto comodamente seduti sul nostro divano di casa. Le relazioni sembrano più gestibili, riusciamo a mantenerle e ad incrementarle. Viviamo in un villaggio globale.
“I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin, but by the content of their character. I have a dream today!”
Martin Luther King
Pro e contro di uno strumento di cui non riusciamo più a fare a meno, siamo tutti “slave to tech”, allora tanto vale utilizzarlo a nostro favore e nel modo giusto. I social, in particolar modo, sono molto utilizzati da tutti noi, adulti e ragazzi. E non c’è che dire in questo periodo ci stanno tornando davvero utili, quantomeno per sentirci tutti uniti, più vicini, tenerci informati, ed aiutarci reciprocamente a livello psicologico e pratico. Se non ci fosse stata la tecnologia questo momento sarebbe stato ancora più difficile, ma come tutte le cose va dosata e utilizzata al meglio. Infatti i social sono usati ed abusati, ma non sempre correttamente: troppo spesso diventano specchio di eccessive vanità, ma quel che è peggio contenitori di messaggi che istigano alla violenza, o comunque a comportamenti gravissimi (ne abbiamo letti moltissimi esempi in questi giorni sui giornali), o addirittura covo per delinquenti, leoni da tastiera, ed haters.
Non ci rendiamo conto che, seppur dietro il nostro cellulare o il nostro tablet o pc, tutto ciò che scriviamo è comunicazione di pensieri che possono raggiungere milioni di persone in tutto il mondo; dobbiamo dunque fare molta attenzione e ricordarci di scrivere solo ciò che avremmo il coraggio di dire anche di persona. Le parole che scegliamo ci rappresentano, sia quando pubblichiamo qualcosa sia quando rispondiamo agli altri. Le parole hanno forza e come comunichiamo è molto importante.
Così come è fondamentale l’ascolto: significa cercare di capire il messaggio degli altri anche se distante dal nostro, cercando di accettarne il punto di vista, così da poter creare spazi di interazione e arricchimento. E’ importante mantenere la propria identità – l’omologazione non è mai cosa buona per quel che mi riguarda, se vogliamo essere unici dobbiamo per forza essere diversi – avere delle proprie idee da proporre agli altri e con cui gestire la nostra vita, così come però è giusto metterle in discussione per poter ampliare e migliorare le nostre vedute. Rispetto ed educazione devono essere alla base di ogni incontro e discussione. Il linguaggio reciproco arricchisce e ci fornisce nuove prospettive.
Ma cosa vuol dire comunicare? E’ un bisogno che l’uomo ha da sempre di darsi agli altri in un intreccio reciproco di anime e pensieri, iniziato dai primi segni sulle caverne fino ai capolavori dell’arte e della letteratura: una poesia, un quadro, una foto, possono suscitare forti emozioni; altresì i suoni e i ritmi della musica e della danza, il linguaggio del corpo – anche gli animali lo usano spesso per esprimere paura, desiderio, sottomissione – fino a quello verbale, esclusivo dell’uomo. Credo moltissimo al linguaggio non verbale, dei gesti, degli atteggiamenti ma le parole, quelle, sono l’estensione del nostro essere, che utilizziamo per far capire agli altri chi siamo; sono la proiezione di noi stessi.
Che errore non dar loro il giusto peso! Troppo spesso vengono buttate al vento, o non sono seguite dai fatti, o non sono veritiere. Un vero peccato perché inganniamo gli altri ma soprattutto noi stessi! Un po’ triste no? Oltre che superficiale! Con le parole, quelle giuste, possiamo coinvolgere chiunque, possiamo smuovere mari e monti, riempire i vuoti, fare del bene a noi stessi e agli altri. Le parole sono strumenti, possono essere una carezza ma anche un arma, e allora meglio parlare per dire qualcosa di positivo oppure è preferibile tacere. Ma ci rendiamo conto di quanto le parole siano potenti se usate nel giusto modo? Per divulgare messaggi positivi, trasportare noi stessi agli altri, donarci, costruire il mondo: canzoni, poesie, ma soprattutto alcuni discorsi hanno cambiato intere generazioni e a volte il corso della storia. Penso all’ “I have a dream” di Martin Luther King o al discorso di Lincoln di Gettysburg. Ma niente paura, non bisogna essere dei leader per utilizzare le parole nel modo più efficace: basti pensare che Gandhi è svenuto dall’emozione al suo primo discorso da avvocato davanti ad un pubblico. Saremmo già tutti degli eroi se riuscissimo ad usare parole almeno idonee ad uno stile di vita sano e quelle necessarie per educarci gli uni gli altri al rispetto di noi stessi e del pianeta che ci ospita. Ricordiamoci che comunicare nel modo giusto è basilare, è l’unica cosa che crea un ponte tra di noi. E allora qualsiasi sia il mezzo che decidiamo di usare per farlo, l’attenzione e il garbo sono imprescindibili. Assicuriamoci che il nostro messaggio sia positivo, costruttivo, d’amore, altrimenti meglio scegliere il silenzio; del resto è una valida opzione anche quella. In realtà non ci sarebbe nemmeno la musica se non ci fossero le pause. E io stessa a volte scelgo il silenzio per dire le cose più importanti.
Assolutamente sì alla comunicazione virtuale, assolutamente sì a tutto ciò che è progresso ed evoluzione, ma non dimentichiamo le cose autentiche: meglio una telefonata di un messaggino, uno sguardo occhi negli occhi più di un incontro sul web, meglio un libro con le sue belle pagine di carta di un Kindle.
Dott.ssa Mariachiara Ruggiero
Sociologist & Victory Mental Performance Coach
Victory Mental Performance Coaching – The art of enhancing the mind and turning doubts and anxieties that hinder performance into strengths and motivators.
Fiorella Gleijeses
Grazie! Tanti stimoli e suggerimenti utili che possiamo mettere in atto
Scritti anche in modo chiaro e spronante